Si svolgerà oggi nell’arena monumentale di Barcellona, l’ultima corrida della Catalogna. Per l’occasione, nell’ultimo week end con sangue (del toro) sparso, i sostenitori della corrida hanno fatto arrivare nel capoluogo i toreri più famosi di Spagna e c’è da giurare che la cosa non finisca qui. Importanti organi di informazione e finanche il Partito Popolare hanno annunciato ricorso alla decisione che entrerà in vigore a partire dal prossimo gennaio. L’ultimo week end di corrida, era però previsto proprio per questo fine settimana.

Chi si oppone, però, non può fare a meno di considerare che ben il 60% della popolazione spagnola, nonostante l’indotto economico che alimenta la corrida, è contro tali esibizioni. Percentuale significativa se si pensa che la “passione” per il toro infilzato non è di tutta la Spagna. Più naturale, pertanto, che proprio la Catalogna, dalle forti tradizioni autonomiste, si sia distinta per il bando totale.
Ad ogni modo, proprio in Catalogna, si svolgevano un numero esiguo di corride, specie se paragonate a quelle dell’Andalusia e di altre regioni. Appena 20 nel 2009 contro le 376 di Castilla La Mancia, 363 dell’Andalusia, 327 di Castilla e Leòn, 384 di Madrid, 139 dell’Estremadura. Questo per quelle regioni che ne contano più di cento. Ne seguivano, invece, altre sei, prima di raggiungere la Catalogna che a sua volte ne precedeva altre cinque di cui ben quattro con numero di corride inferiori a sei. In tutto, sempre nel 2009, quando il Ministero dell’Interno spagnolo ha comunicato i dati, ne sono state effettuate 1.848, più altre 4.889 manifestazioni con tori, per un totale di 10.247 tori, tutti uccisi.
Analisi più o meno approfondite che però non possono fare a meno di eludere il fatto che la Catalogna, da qualsiasi lato venga considerata, è in Spagna, ovvero la patria della Corrida.